giovedì 14 aprile 2011

Una storia vera

Nel mio girovagare nelle zone industriali piemontesi, mi sono imbattuto spesso in aziende che, come quasi tutti noi, pensano: “tanto a me non succederà mai!” e, di conseguenza, specie in tempi di vacche magre, si tagliano i costi che “sembrano” inutili, fra cui la sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro.

Come tutti gli imprenditori sanno, da 2009 è in vigore il testo unico sulla sicurezza chiamato T.U. 81/08 erede diretto della famosa 626.

Pochi l’ hanno preso sul serio ed il risultato sono ancora gli innumerevoli incidenti, anche mortali, sul lavoro, ed è qui che si inserisce nella storia, la nostra azienda poco virtuosa.

Due giovani imprenditori creano una società ed iniziano a produrre.

Nel 2010, succede un piccolo infortunio, piccolo davvero, ma non abbastanza da non destare l’ interesse dell’ INAIL che, con le difficoltà finanziarie dovute ai tagli della crisi, in perenne ricerca di finanziamenti alternativi, allerta l’ ufficio ispettivo della USL con l’ incarico di controllare lo status della gestione sicurezza dell’ azienda.

Per farla breve, il problema non è stato quello che gli ispettori hanno trovato, ma quello che non hanno trovato, a punire severamente i due imprenditori: la valutazione dei rischi e il DVR (Documento di Valutazione dei rischi) relativo, obbligatorio per tutte le aziende di ogni tipo e classe merceologica che abbiano almeno 1 dipendente.

Morale: 29.000,00 € di sanzioni, la minaccia di chiusura dell’ attività e l’ obbligo di redigere immediatamente il DVR.

Mi è venuto da considerare che, con la stessa cifra, sarebbero stati a posto per 25 anni!

Già, ma queste cose succedono sempre e solo agli altri...

lunedì 4 aprile 2011

Prima inchiesta per stress da lavoro correlato

Strano caso in questa strana Italia, dove chi ruba diventa ricco e chi è onesto si ritrova povero. Strana Italia dove per i festeggiamenti dei 150 anni della sua unità, il governo con la complicità palese del presidente della repubblica che arriva persino a negare l' evidenza, in aperto contrasto con la costituzione, manda gli aerei Italiani a bombardare ed uccidere uomini libici che nulla avevano da spartire con il ns. paese.
In questa strana Italia, c'è chi addirittura si preoccupa di far rispettare la legge.
Polemiche a perte, giro ai miei lettori questa notizia riportata da "quotidianosicurezza.it" (link sul titolo)

Stress lavoro correlato, a Torino la prima inchiesta


Scritto il 1 aprile 2011 da Daria De Nesi

IL PM GUARINIELLO

IL PM GUARINIELLO



TORINO – Instancabile l’impegno del PM Raffaele Guariniello per la tutela della salute e delle sicurezza dei lavoratori. Oltre a seguire gli sviluppi e le fasi finali di processi noti al grande pubblico per rilevanza, quali quello alla multinazionale Eternit e quello seguito alla tragedia della Thyssenkrupp, il giudice ha aperto una nuova inchiesta contro sette aziende piemontesi indagate di non aver effettuato in modo adeguato la valutazione del rischio stress lavoro correlato.

Dall’inizio dell’anno tutte le imprese italiane sono sottoposte all’obbligo di includere la valutazione rischio stress nel Documento di Valutazione dei Rischi, e, a neanche quattro mesi dell’entrata in vigore dell’obbligo, i controlli effettuati dall’Asl di Torino hanno rilevato le prime adempienze. Questa è la prima inchiesta del genere.



Le indagini sono in pieno corso e non è quindi possibile dettagliare molto. Dalle prime indiscrezioni risulta che, a detta degli inquirenti, le aziende sono state iscritte nel registro degli indagati poichè i documenti presentati per la valutazione del rischio stress lavoro correlato erano frutto di una metodologia di accertamento parziale che non dava conto di alcuni parametri e dei problemi e disagi denunciati dai lavoratori stessi.

Il pm Guariniello ha quindi disposto l’attivazione di una squadra di psicologi che possano verificare la validità dei documenti e che possano fornire alle aziende tempi e modalità per effettuare la valutazione nel modo corretto.



Le aziende indagate, contravvenendo all’art. 28 e 29 del D. Lgs. 81/08 incorrono in sanzioni serie che, per casi gravi, possono implicare anche l’arresto e ammende fino a 15.000 euro.

Molte aziende italiane, che si confortano giornalmente con gli adempimenti e la gestione della salute e sicurezza sul lavoro, attendono con il fiato sospeso gli sviluppi di questa inchiesta. Nonostante gli sforzi profusi dalle istituzioni per fornire linee di indirizzo e metodologie operative efficaci e validate, c’è infatti ancora molta confusione su quali siano le metodologie adeguate per condurre la valutazione rischio stress lavoro correlato in modo corretto e non sanzionabile