sabato 1 dicembre 2018

Delle morti bianche 1


Buongiorno a tutti, questo post non vuole essere una denuncia formale ma una considerazione leggi ultimi avvenimenti accaduti nelle aziende italiane.
Il massacro di lavoratori a cui stiamo assistendo quotidianamente, è una delle pagine più vergognose della nostra storia.
Io, che di mestiere mi occupo di sicurezza e insegno sicurezza ai lavoratori, rimango sempre esterrefatto alla notizia di una morte bianca.
Le emozioni che provo sono sempre più contrastanti:
dallo stupore iniziale si passa all’incredulità, poi dolore, alla rabbia, per finire con la rassegnazione.
E dopo quest’ultima fase, ritorna prepotentemente la rabbia.
Rabbia per la criminalità dei datori di lavoro
Rabbia per tutti i mancati controlli
Rabbia per la stupidità suicida dei lavoratori.
Sì, mi sento di dare la gran parte della responsabilità di questi incidenti mortali proprio ai lavoratori, che ignorando l’articolo 20 comma 1 del testo unico 81/08 che città testualmente:
“ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro su cui potrebbero ricadere suoi errori od omissioni.”
Posso capire ma non giustificare, alcune motivazioni che violano totalmente quanto sopra.
Il sempre più frequenti ricorso all’appalto per ridurre in modo drastico i costi di produzione, è una delle pratiche più oscene di tutto il sistema produttivo.
L’applicazione di questa perversa forma di lavoro, mette in ultimo piano la sicurezza dei lavoratori.
A volte mi chiedo se esiste veramente una forma qualsiasi di tutela dei lavoratori, a volte mi chiedo se vale la pena lavorare per morire a 19 anni in un cantiere, a 27 lasciando due bambini piccoli senza padre e una moglie senza marito.
Mi chiedo se queste considerazioni sfiorino anche solo minimamente le menti dei grandi imprenditori, o, dovrei dire, grandi criminali.
Capisco il profitto, parte integrante della nostra cultura capitalistica, capisco il guadagno ad oltranza, lo spregio dell’incolumità altrui, l’indifferenza più totale delle condizioni di lavoro dei propri collaboratori, tutto questo lo capisco se mi metto dalla parte dell’imprenditore, ma non lo capisco più se sono dalla parte del lavoratore.
L’applicazione della legge riguardo la prevenzione infortuni, è semplice e chiara, vi sono le specifiche figure di garanzia addette all’applicazione delle direttive sulla sicurezza nei luoghi di lavoro; si chiamano datori di lavoro, preposti, dirigenti, ufficiali di polizia giudiziaria dello SPRESAL, carabinieri, ispettori del ministero del lavoro, ASL e chi più ne ha, più ne metta.
Dove sono tutti questi impiegati statali quando le persone muoiono sul lavoro?
Dove sono quando, nelle aziende, le più elementari regole della sicurezza vengono sistematicamente ignorate?
Dove, quando le aziende non hanno neppure le strutture per gestire la sicurezza?
Dove sono quando le leggi sugli appalti sono violate in un modo talmente evidente che anche un profano ne risulterebbe stupito?
Non è una questione di cultura ma semplicemente di sopravvivenza.
Voglio postare anche il link sottostante che è uno spaccato meraviglioso di come funziona il lavoro nel nostro paese.